Orchestra del Festival di Budepast: Pelléas e Mélisande di Debussy
Lo spettacolo
Immergetevi nella splendida architettura del Palazzo delle Arti di Budapest per il concerto definitivo che risveglierà la vostra comprensione dell'opera.
L'acclamata serie di opere della Budapest Festival Orchestra prosegue, questa volta con il rivoluzionario dramma musicale di Debussy, "Pelléas e Mélisande", un'opera che oscilla sul precipizio surreale tra sogno e realtà. Ancora una volta sotto l'abile direzione di Iván Fischer, il cast comprende luminari internazionali.
Tornando sul palcoscenico dopo l'interpretazione de "Il flauto magico" da parte del BFO, il tenore svizzero Bernard Richter incarna un ruolo fondamentale del suo repertorio. Il famoso soprano Patricia Petibon, definita dal Guardian un'affascinante eccentrica, ricopre l'altro ruolo principale, mentre il personaggio di Golaud è portato in vita da Tassis Christoyannis, un volto familiare al pubblico ungherese.
L'opera di Debussy si allontana dalla narrazione convenzionale, optando invece per un ricco simbolismo e privilegiando il discorso autentico alla melodia. Il risultato è una musica profondamente umana, simile a un'onda, che prospera sull'interpretazione individuale.
Nell'aprile del 1902, Debussy rifletteva sui suoi esperimenti con la musica di scena, ammettendo che era stata concepita in una forma così unica che l'aveva quasi abbandonata. Contemporaneamente, il suo dramma lirico "Pelléas e Mélisande", composto da cinque atti e tredici scene, veniva presentato per la prima volta a Parigi, suscitando reazioni contrastanti. È interessante notare che Maurice Maeterlinck, il premio Nobel che ha scritto il dramma originale su cui si basa l'opera, era assente alla prima. La sua assenza alimenta tuttora le speculazioni per capire se la causa sia stata la musica o la delusione per la mancata scelta della moglie come Mélisande.
L'opera innovativa sfida diverse tradizioni francesi, evitando il balletto e importanti scene corali. Tuttavia, abbonda di recitativo — un discorso cantato adattato alla lingua francese. Con le parti vocali che mantengono un ritmo monotono, salvo esplosioni emotive, gli zenit emotivi sono segnati da un volume pianissimo e da un'orchestra sommessa, infondendo un'atmosfera intima non comune nell'opera.
La trama concisa dell'opera: Golaud sposa la giovanissima Mélisande, solo che suo fratello Pelléas si innamora di lei. Con l'intensificarsi dei loro incontri, cresce anche il loro affetto reciproco, fino al tragico finale in cui Golaud uccide Pelléas. Mélisande, ormai madre, muore, lasciando che la storia sia ampiamente oscurata da simboli intriganti come la foresta, il concetto di perdersi, un pozzo, un anello, i capelli e la luce.
Mettere in scena l'opera di Debussy è un'occasione rara, data la miriade di luoghi e i ruoli intricati. Al triumvirato Petibon, Richter e Christoyannis si aggiungono il basso francese Nicolas Testé (lodato dalla Montreal Gazette come "eccellente e tragico Re Arkel"), la profonda Yvonne Naef (che ritorna dopo il "Falstaff" di Fischer) e Peter Harvey (la cui voce è stata paragonata a quella di un dio dalla stimata critica Melanie Eskenazi).
Questa produzione segna una collaborazione tra la Iván Fischer Opera Company, Müpa Budapest, il Vicenza Opera Festival e il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Cast/Produzione
Direttore d'orchestra: Iván Fischer
Direttore: Iván Fischer, Marco Gandini
Interpreti
Musicisti della Budapest Festival Orchestra
Solisti:
Bernard Richter (Pelléas)
Patricia Petibon (Mélisande)
Tassis Christoyannis (Golaud)
Nicolas Testé (Arkel)
Yvonne Naef (Geneviève)
Peter Harvey (Dottore / Pastore)
Oliver Michael (Piccolo Yniold)