Musica per fiati: Festival Théodore Gouvy, tra Francia e Germania
Lo spettacolo
Raramente si dà alla musica da camera per grandi organici un posto centrale nella storia della musica romantica. Il genere si situa tra due “estremi”: la musica sinfonica – con la potenza dell’orchestra e la varietà della sua tavolozza di colori – e la musica intima dei pezzi per solista. È più adatto ai compositori rivolti alla tradizione classica viennese (da Beethoven a Schubert) che ai sostenitori dell’avanguardia musicale (Berlioz, Liszt o Wagner).
Nell’Ottocento la produzione di musica da camera perdura in Francia: risponde a una domanda proveniente dai salotti musicali alla ricerca di opere contemporanee per accompagnare il repertorio viennese. Sovente ispirati a quest’ultimo, i lavori di Reicha, Onslow o Blanc seguono così puntualmente le esplorazioni di Beethoven (Settimino op. 20) o di Schubert (Ottetto D. 803) ampliando il numero dei musicisti. In tal modo si riallacciano a una tradizione musicale francese derivata dal tardo Settecento: la sinfonia concertante, finalizzata a far brillare vari strumentisti solisti.
Gouvy anticipa nella Petite Suite gauloise, nel Settimino o nell’Ottetto una modernità che si manifesterà soprattutto tra Ottocento e Novecento: Saint‐Saëns, d’Indy, Caplet, Magnard, fino a Enesco innoveranno ampiamente il genere.
ENSEMBLE MUSAGÈTE
Giovanni Guglielmo, Tiziano Guarato, violini
Michele Sguotti, viola
Giordano Pegoraro, violoncello
Jan R. Zahourek, contrabbasso
Fabio Pupillo, flauto
Remo Peronato, oboe
Luigi Marasca, clarinetto
Enrico Barchetta, corno
Laura Costa, fagotto
Gabriele Dal Santo, pianoforte