Trusted Shops badge

I Virtuosi Italiani: Oboe d'Amore

Lo spettacolo

In questo attesissimo concerto, ascolta i suoni soavi della musica classica di Johann Sebastian Bach, Antonio Vivaldi, Georg Philipp Telemann, Johann Pachelbel e Antonio Lotti nella preziosa e rinomata San Pietro in Monastero di Verona.
Negli strumenti a fiato (flauto, oboe, clarinetto) il nome "d'amore" (d'amore) deriva dal fatto che sono accordati in La, nel caso dell'oboe, una terza minore più bassa.
Diverso è il caso della Viola, dove probabilmente la definizione "d'Amore" deriva da "Moresca" per via di quella serie di sottili corde metalliche che passano sotto la tastiera e che vibrano simpaticamente, conferendo al suono un colore orientale.
L'oboe d'amore, leggermente più lungo dell'oboe e con una campana a forma di pera, fu ampiamente utilizzato nella musica di J.S. Bach, G. Ph. Telemann, Ch. Graupner, J. D. Heinichen, A. Lotti e altri fin dalla sua nascita alla fine del XVII secolo.
Dopo questo periodo di fioritura, l'oboe d'amore cadde praticamente in disuso, fino all'inizio del "rinascimento bachiano" di F. Mendelssohn‐Bartholdy, che nel 1829 a Lipsia fece rivivere la Passione secondo Matteo, quando si sentì il bisogno di un oboe d'amore con una meccanica aggiornata. L'oboe d'amore barocco, infatti, realizzato in legno di bosso, aveva solo due chiavi, mentre a metà del XIX secolo si utilizzavano già legni più duri e il sistema di chiavi era cresciuto fino a 13.
Sappiamo che per l'esecuzione di Lipsia furono utilizzati clarinetti al posto degli oboi da caccia, mentre la parte dell'oboe d'amore fu affidata all'oboe o al corno inglese, a seconda del registro.
Nel 1874 il direttore del Conservatorio di Bruxelles, F.A. Gevaert, incaricò V.Ch. Mahillon di costruire un oboe d'amore "moderno", che in realtà aveva una campana con un padiglione, come l'oboe. Sarebbero stati i produttori francesi Triebert e Lorée a ripristinare la campana a forma di pera.
L'evoluzione dell'oboe d'amore ne ha ispirato l'uso da parte di compositori come R. Strauss (nella sua "Sinfonia domestica"), C. Debussy (in "Images"), M. Ravel (nel "Bolero")… e alla fine del XX secolo da parte di compositori come B. Maderna, P. Renosto, G. Sinopoli, L. Singer, Ch. Koechlin, G. Ligeti….

PAOLO POLLASTRI oboe
è primo oboe solista dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1990. Nato a Bologna nel 1960, si è diplomato con lode sotto la guida di Sidney Gallesi, per poi specializzarsi all'Accademia Chigiana con Lothar Faber (Diploma d'Onore 1977) e al Conservatorio di Bruxelles con P. Dombrecht (Premier Prix in oboe moderno e barocco 1982). Vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali, è stato primo oboe in molte orchestre (OGI – Orchestra Giovanile Italiana 1977, Teatro Comunale di Genova 1979, Orchestra RAI di Roma 1981, ORT – Orchestra della Toscana 1982‐1990) e si è esibito come solista con l'ORT e l'Accademia di Santa Cecilia, con i Solisti Veneti, l'Accademia Bizantina, i Virtuosi Italiani, la Symphonia Perusina…, sotto la direzione di Carlo Maria Giulini, Wolfgang Sawallish, Antonio Pappano, Daniele Gatti, Piero Bellugi, Claudio Scimone, Herbert Handt, Antoni Ros Marbà, Janos Acs, ha partecipato ai festival di Salisburgo, Montreaux, Zagabria e Belgrado, Martigny e Vevey, Parigi, Tolosa, Stoccarda, Lucerna, Edimburgo, Sydney, Melbourne, Canberra e Tel Aviv. Ha suonato musica da camera con i pianisti Myung‐Whun Chung, Antonio Pappano, Alexander Lonquich, Michele Campanella, con il Chicago String Trio, l'Amati Quartet, con il Novecento Wind Quintet e l'Italian Wind Ensemble. Ha registrato più di 200 CD per Erato, Emi France, Denon, Tactus, Fonè, Materiali Sonori, Musica Immagine, Europa Musica, Arts, Stradivarius, Brilliant e Naïve. Due CD con Modo Antiquo hanno ricevuto una nomination ai Grammy Award a Los Angeles nel 1997 e nel 2000. È l'unico oboista italiano ad aver registrato la Sequenza VII per oboe solo di Luciano Berio sotto la supervisione del Maestro, il Solo per Musetta di Bruno Maderna, Oboe, Oboe d'amore e Corno inglese, e recentemente Oboe di Gabriel di Ennio Morricone con gli Archi di Santa Cecilia. Vincitore del Concorso Nazionale per l'Insegnamento nei Conservatori, ha insegnato alla Scuola di Musica di Fiesole dal 1993 al 2000. Ha tenuto numerose Masterclass per il Biennio Superiore dei Conservatori (Bologna, Rovigo, Novara, Nocera Terinese) ed è regolarmente invitato ai Corsi di Perfezionamento Estivi (Bevagna, Portogruaro, Città di Castello, Lanciano, Belluno, Barberino Val d'Elsa, Pistoia, Trevi, Cava dei Tirreni, Napoli). Nel 2005 ha fondato l'Accademia Barocca di Santa Cecilia, l'unico gruppo da camera che utilizza strumenti d'epoca creato all'interno di un'orchestra stabile, con il quale, nel duplice ruolo di direttore e solista, ha inaugurato i Festival Barocchi di Viterbo, Noto, Ottawa e Montreal, partecipando anche alla trasmissione televisiva in diretta RAI del Concerto di Natale 2007, organizzato dal Senato della Repubblica Italiana. Dal 2013, con la collaborazione di Federico Maria Sardelli, l'Accademia Barocca è una presenza costante nelle Stagioni di Musica da Camera di Santa Cecilia. Dal 2016 è Direttore Artistico del Festival Musicale Anciuti.

Gift card