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Donne selvagge della canzone

Firenze, Palazzo Corsini al Prato — Fondazione Mascarade Opera — Salone dei concerti

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Totale
$ 32

Lo spettacolo

Il termine "selvaggio" è spesso usato in senso dispregiativo per descrivere qualcosa che è fuori controllo e indisciplinato, in particolare quando si riferisce alle donne. In questo recital, la direttrice artistica Elenora Pertz e la pluripremiata mezzosoprano Hagar Sharvit rivendicano il significato di "donna selvaggia": colei che segue il proprio intuito, celebra la vita ma non teme la morte, ama con passione, ride di cuore e sa mostrare i denti quando necessario.
Maggiori informazioni: In questo recital, Elenora e Hagar rivendicano il termine "donna selvaggia" come colei che appartiene al suo io istintivo: la donna che sa creare la vita e lasciar morire le cose, che sa amare con passione e mostrare i denti quando necessario, che ride e piange con tutto il cuore.

Usano il canto come forma di narrazione — che è sempre stata un'arte femminile — e attraversano queste storie attraverso le stagioni della vita di una donna.

Si parte dall'inverno: la morte e l'accoglienza del passaggio al regno successivo. Sia la preghiera funebre ebraica "Kaddish" che i romantici tedeschi Schubert e Brahms vedono la morte come un ospite gradito dopo una vita ben vissuta, e non come qualcuno da temere.

Segue poi la fioritura della primavera con nuovi amori e scoperte, come una ragazza che impara a suonare il flauto di Pan o un'altra che aspetta con ansia che le crescano il seno. Elenora e Hagar raccontano anche una storia ammonitrice su ciò che può accadere quando non si ascolta il consiglio della madre e si segue ingenuamente la seduzione.

L'estate dell'amore maturo e del piacere è rappresentata in contesti sensuali come "Le Chevelure" di Rita Strohl e "Schenk mir deinen goldenen Kamm" di Schoenberg. Verlaine e Debussy ci dicono che "il mare è più bello della cattedrale", ricordandoci che la natura è più sublime di qualsiasi cosa possa creare l'uomo. La trasmissione della saggezza ai figli attraverso il canto è raccontata nella memorabile "Canzoni che mi ha insegnato mia madre" di Dvořak.

Nell'autunno della vita di una donna, l'anima selvaggia sa come stabilire confini netti, superare le delusioni amorose e rimanere fedele ai propri desideri, che si tratti di voler fumare tutto il giorno invece di lavorare ("Hôtel" di Poulenc) o di amare qualcuno considerato impuro ("Die Ballade von der Judenhure Marie Sanders"). La donna autunnale sa come soffrire, lasciar andare e quando perdersi in questo mondo per poter vivere la propria vita, il proprio amore e la propria canzone.

Informazioni pratiche

Apertura porte alle 18:30

Indirizzo

Palazzo Corsini al Prato — Fondazione Mascarade Opera, Via Il Prato 56, Firenze, Italia — Google Maps

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