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Teatro Manzoni, Bologna style= Teatro Manzoni, Bologna

Oksana Lyniv/Dmytro Udovychenko — Shostakovich, Glière, Bartok

Bologna, Teatro Manzoni — Main Hall

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Totale
$ 54

Lo spettacolo

Un'orchestra di grande tradizione, Sergiu Celibidache, Zoltán Peskó, Vladimir Delman, Riccardo Chailly, Daniele Gatti e Michele Mariotti si sono alternati alla sua guida come direttori musicali. Tra i direttori che hanno guidato l'ensemble ci sono Gary Bertini, Myung‐Whun Chung, James Conlon, Pinchas Steinberg, Valery Gergiev, Eliau Inbal, Vladimir Jurowskij, Daniel Oren, Peter Maag, Neville Marriner, Kurt Masur, Riccardo Muti, Mstislav Rostropovič, Esa Pekka Salonen, Georg Solti, Christian Thielemann, Charles Dutoit, Georges Prêtre. L'Orchestra del Teatro Comunale è spesso invitata all'estero (Olanda, Romania, Spagna, Francia e Svizzera) e ha partecipato a festival prestigiosi (Amsterdam 1987, Parma 1990, Wiesbaden 1994, Santander 2004 e 2008, Aix en Provence 2005, Savonlinna 2006, Macao 2013, Muscat 2015, Guanajuato in Messico 2017, Parigi 2018). Un rapporto privilegiato con il Giappone ha portato a diversi tour, l'ultimo dei quali a giugno 2019 a Osaka, Tokyo, Yokohama, Fukuoka, con Rigoletto e Il barbiere di Siviglia.

Dmitry Dmitrievič Shostakovich
Concerto per violino e orchestra n. 1 in la minore, op. 77
Nel 1934 Stalin fece emanare un nuovo decreto con cui inaspriva ulteriormente la censura su opere teatrali, balletti e musica strumentale. Dmitry Sostakovic, la cui Lady Macbeth del distretto di Mcensk, dopo il successo iniziale, scomparve dalla circolazione una volta finita nel mirino della Pravda, fu una delle vittime. Tra i motivi per cui un'opera veniva bandita c'era la "mancanza di una prospettiva ideologica adeguata". Ecco perché Sostakovic, che in quegli anni vide scomparire (non metaforicamente) i suoi migliori amici e colleghi, tenne per sé numerose composizioni. Il Concerto per violino n. 1 fa parte di questa lista: scritto nella seconda metà degli anni Quaranta, l'opera non vide la luce fino al 1955, due anni dopo la morte di Stalin, eseguita da David Oistrakh, che è anche il dedicatario dell'opera. Qui la scrittura indugia sui lati oscuri dell'emotività, proprio l'opposto di ciò che il regime richiedeva. E Sostakovic lo sottolinea "firmando" ripetutamente in codice con le proprie iniziali, D.SCH, una trasposizione letterale della figurazione "re‐mi bemolle‐do‐si", un alter ego musicale che rivendica con orgoglio la paternità di un'opera finalmente libera da interferenze esterne.

Reinhold Glière
Le Sirene, op. 33
Di origini polacche e sassoni ma nato a Kiev, Reinhold Glière ha ricoperto numerose cariche ufficiali in Unione Sovietica. Nei primi anni della rivoluzione diresse la sezione musicale del Dipartimento di Educazione Popolare di Mosca e fu presidente del comitato organizzativo dell'Unione dei Compositori dal 1938 al 1948. Il suo lavoro fu ufficialmente riconosciuto da vari premi statali, tra cui il titolo di Artista del Popolo, conferitogli nel 1938. Come compositore Glière era erede della tradizione romantica, il che gli valse l'elogio ufficiale nel 1948, quando la musica di Prokofiev e Sostakovic era ancora in parte ostacolata dalla censura. Il poema sinfonico Le Sirene, completato nel 1908, è la prova della grande abilità di Glière nel dirigere l'orchestra, capace di creare suggestive suggestioni delle incantatrici che attiravano i marinai con il loro canto.

Béla Bartók
"Il mandarino meraviglioso", suite da concerto, op. 19
La storia del "Mandarino meraviglioso" è ambientata in una metropoli sordida: tre teppisti costringono una ragazza ad attirare uomini, poi li aggrediscono e li derubano una volta entrati nella stanza. Morte ed estasi amorosa si intrecciano in questa pantomima di Béla Bartók, una composizione che oggi conosciamo principalmente nella sua versione per balletto, a cui però è arrivato attraverso una storia travagliata: Bartók iniziò a lavorarci alla fine della Grande Guerra, attratto dall'insolito mix di sordido e fiabesco, realistico e onirico che trovava nell'opera scritta nel 1916 dal drammaturgo Menyhért Lengyel. Ma gli eventi ungheresi del dopoguerra, con l'interludio rivoluzionario e la successiva instaurazione del regime di Hörthy, lo costrinsero a interrompere il lavoro, che non sarebbe stato rappresentato fino al 1926, creando uno scandalo anche dopo la sua prima rappresentazione in Germania.

Informazioni pratiche

È necessario stampare la conferma d'ordine ed esibirla al botteghino per ritirare il regolare biglietto, a partire da un'ora prima dell'inizio del concerto, presso il Teatro Manzoni, Via De' Monari 1/2.

Cast/Produzione

Orchestra del Teatro comunale di Bologna
Oksana Lyniv, direttore d'orchestra
Dmytro Udovychenko, violino

Indirizzo

Teatro Manzoni, Via de'Monari 1/2, Bologna, Italia — Google Maps

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